domenica 30 dicembre 2007

La via ultima del Jeet Kune Do


Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie. Va dritto allo scopo. La distanza più breve tra due punti è la semplicità. Bruce Lee

Dopo queste feste natalizie, sono ritornato alla carica con questo nuovo e piccolo articolo, riguardante Bruce Lee ed il Jeet Kune Do.
A dire la verità, non si tratta di un articolo di istruzioni o, di storie ma un messaggio personale che voglio dare a tutti i fan che, seguono con il cuore Bruce Lee.
Ho cominciato ad appassionarmi a Bruce Lee quando ero solo un bambino. Mio padre mi regalò la mia prima videocassetta di un suo film quando avevo all'incirca quattro anni; il film divenne il mio preferito e, si intitolava: "The Way Of The Dragon", uscito in italia con il titolo di: "l'urlo di chen terrorizza anche l'occidente". L'impatto che mi causò fu davvero meraviglioso, perchè non avevo visto nessuno muoversi così bene, così veloce, potente ecc.
Più in là quando ho cominciato a pensare in modo più adulto, capì che Bruce non poteva essere così forte in modo naturale, ma doveva per forza aver sviluppato le sue potenzialità attraverso un duro allenamento. Così mi feci regalare da mio padre, i primi quattro volumi scritti da Bruce Lee dedicati al Jeet Kune Do; di lì mi dedicai all'allenamento, contando le innumerevoli ore che avevo passato sui libri, per creare o scrivere i miei personali programmi di allenamento.
Bene ragazzi, il mio messaggio per i fan di Bruce Lee o meglio, di coloro che pensano che sia stato una persona invincibile, indistruttibile ecc è questo: Bruce Lee era un essere umano come tutti gli altri. Non è mai stato un essere dalle doti speciali o, ne aveva poteri sovrumani: era un essere umano molto devoto alle arti marziali e, era sempre in continua evoluzione con il suo essere. Qusto è quello che più ammiro di Bruce Lee. Ted Wong, uno dei suoi amici più cari, nonchè suo sparring partner personale dice di Bruce: "Bruce una volta mi disse che non era niente di speciale, ma soltanto una persona che si allenava con dedizione e, impegnava le sue energie al miglioramento fisico e spirituale.
Questa è la testimonianza di una persona che lo ha conosciuto sin dal profondo. E' stato suo allievo privato per tanti anni, sparring partner, ma cosa più importante è stato uno dei suoi più cari amici. Ted Wong è una persona fantastica. Non solo è una persona che conosce gli stadi più avanzati del Jeet Kune Do, ma conosce lo spirito con cui Bruce Lee lo alimentava.
Io ho avuto l'opportunità di incontrarlo, di allenarmi con lui, di parlargli e di stargli vicino e, ogni volta che lui mi parla, di da dei consigli su come allenarmi, riesco a vedere lo spirito di Bruce Lee nei suoi occhi.
Perciò ogni volta che sentite parlare di Bruce come se fosse una persona superdotata, sovrumana ecc. evitate di credere a delle sciocchezze, perchè sono solo storie.
Bruce Lee ha lasciato a tutti noi un chiaro messaggio e cioè che, tutti noi abbiamo due braccia e due gambe e, sta a noi decidere come farli funzionare al massimo.

"Non aspettatevi risultati simili a quelli di Bruce Lee, se non siete intenzionati come lui, a metterci ore per ottenerli" Ted Wong


Luigi Clemente

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Santo Natale


Ragazzi, oggi è veramente un grandissimo giorno, il giorno più bello che esista in questo mondo, finalmente è Natale.

Permettetemi di spendere due parole per questo Santo giorno.

"Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. Colui che nascerà sarà Santo, e sarà chiamato Figlio di Dio". (Lc, 1,30 - 33, 38)


Queste parole, sono motivo di grande speranza per il mondo. Queste parole sono il frutto di un progetto meraviglioso di un Dio che ha molto a cuore l'umanità intera, talmente a cuore da mandare il suo Unigenito Figlio nel mondo, per salvarlo dal peccato.

Io credo in Dio con tutto il mio cuore ragazzi miei, perchè Egli è il benefattore di tutte le cose, Egli è colui che ci guida e ci dona forza e coraggio per affrontare ogni santo giorno le nostre difficoltà.

Con questo spirito natalizio e, con la fede nel cuore Auguro a tutti voi un Buon e Santo Natale, affinchè il Signore Dio vi custodisca e vi protegga con la sua Misericordia Infinita.

Buon Natale

Luigi Clemente

lunedì 17 dicembre 2007

Seminario di Jeet Kune Do

Seminario regionale di Jeet Kune Do
Milano 16 - 12 - 07
M° Davide Gardella



Finalmente si è svolto ieri a Milano il quarto seminario regionale di Jun Fan Jeet Kune Do organizzato dal C.A.A.M., sotto la guida del maestro Davide Gardella.
Dato che, purtroppo non ho partecipato alle prime due ore di lezione per il ritardo dei treni, spiegherò solo le ultime due ore.
Davide è stato come al solito impeccabile, nello spiegare i principi di base del Jeet Kune Do. Ha spiegato, come utilizzare le tecniche di pugno e di calcio a lunga e corta distanza (infighting distance e outfighting distance), e di come usare il cervello nel captare le varie aperture che l'avversario offre attraverso le finte e, in quel momento opportuno attaccare rapidamente.
Dopo aver fatto per un'ora sparring a coppia, siamo entrati nel vivo del seminario ricorrendo alle tecniche del Grappling.
Davide ha spiegato, che si può ricorrere all'uso di queste tecniche quando ci si presenta l'occasione e, di non partire con l'idea di utilizzarle.
E' stata molto interessante questa parte del seminario, perchè ho imparato alcune tecniche, che potrebbero essermi utili in certe occasioni; come per esempio contro qualche medico che rompe i cosidetti maroni.
Ritornando al discorso sull'uso del grappling; Bruce Lee non privilegiava molto le tecniche di intrappolamento, ma ha sempre enfatizzato l'uso del grappling in caso in cui un avversario vi abbia afferrato per una gamba o per un braccio e, voi potete farne uso per sbloccarvi da questa situazione.
Dopo aver svolto l'ultima ora di allenamento, Davide ha dedicato l'ultimo quarto d'ora alle domande e alle foto di gruppo.
Ognuno dei presenti ha dimostrato grande passione e voglia di migliorarsi sempre di più e, mi hanno trasmesso un grande calore avvolto dall'amicizia e dal rispetto reciproco.
Alessandra e Carmine sono stati come al solito straordinari e, hanno trasmesso a tutti (specialmente a me), il calore umano che caraterizza lo spirito del Jun Fan Jeet Kune Do in Italia.
Alla fine tutti noi abbiamo ricevuto l'attestato di partecipazione, come premio per l'ottima preparazione atletica e, la padronanza dell'arte di Bruce Lee.


Luigi Clemente

giovedì 13 dicembre 2007

Intervista a Bruce Lee


Per tracciare un profilo di Bruce Lee, l’eroe cinematografico del Kung Fu, è interessante riportare alcuni brani di un’intervista effettuata in California nell’agosto del 1965, negli studi televisivi della TC Fox.
“Il mio nome è Bruce Lee, sono nato a San Francisco il 27 novembre 1940 e ho iniziato a lavorare nel cinema di Hong Kong a 6 anni. Nel 1958 sono venuto in America a studiare Filosofia. Il mio nome cinese è Li Jun Fan, ma sin da piccolo ho avuto il soprannome di Piccolo Drago Li”.

Lei sostiene che il karate o il Judo non sono le migliori arti marziali orientali. Voglio perciò domandarle quale ritiene lo sia?

“Personalmente, ritengo il Kung Fu (Bruce preferiva la pronuncia cantonese Gung Fu a quella della Cina del nord, Kung Fu) un’arte marziale molto fine ed efficace. Questo stile lo si può considerare come un precursore del Judo e del Karate, ma più perfetto di tali metodi. La natura del Gung Fu è di per se ricca di fluidità e di continuo movimento: non ti fermi dopo aver ultimato un’azione. Per far capire meglio il mio concetto posso dire che il Gung Fu è come l’acqua. Perché l’acqua è l’elemento più cedevole e delicato del mondo, ma può infilarsi ovunque. Possiamo prenderla a pugni, o sguazzarci senza farci male: se la versi in un bicchiere o in una tazza, si modella come il bicchiere o la tazza. Noi studenti del Gung Fu teniamo bene a mente questo principio: essere morbidi e liberi come l’acqua e reagire appropriatamente”.

Che differenza esiste fra un pugno di Karate e uno di Gung Fu?

“Il primo è come un colpo di bastone. Invece, un colpo di Gung Fu è paragonabile a una frustata con una catena che abbia attaccata, all’altra estremità una palla di ferro”.

Lei sostiene che il Judo fa un uso sovrabbondante di rituali, movimenti e prese, mentre la sua arte è più semplice e diretta. Un esempio?

“Il Gung Fu è diverso: se un uomo vi blocca dietro, esso vi insegna come liberarvi semplicemente pestando il suo piede col tallone. Naturalmente potete anche imparare tutte quelle belle tecniche di Judo che si leggono sui libri, e poi magari fare una bella figura mostrandole agli amici. Ma il combattimento reale è un’altra cosa. Il Gung Fu insegna come affrontare i problemi nel modo più diretto, semplice ed efficace”.

Bene! Dopo quanto ci ha detto, saremmo curiosi di vedere qualche altro esempio.

“Di solito il Gung Fu lo si può praticare da soli. Esso trae origine in gran parte dal movimento degli animali: questa è la Gru! (imitando il maestoso planare di una gru al suolo seguito da una serie di movimenti di grande fascino)… E questa è la tigre… Il primo movimento imita l’incedere della tigre, e tu puoi usare le tue dita ad artiglio per attaccare il volto del nemico…”
Tradotto dalla rivista "Black Belt"

L'allenamento di Bruce Lee


Bruce lee credeva che ogni giorno ci si presenta un’opportunità unica per migliorarsi. Ogni nuovo giorno porta con se le possibilità di renderci migliori di quello che eravamo il giorno prima.
Diceva:
a dire il vero, ogni giorno nasconde una nuova rivelazione o una nuova scoperta che posso raggiungere”.
Per quanto riguarda gli aspetti della persona, sotto il profilo mentale o spirituale, Bruce Lee sosteneva che esiste nella crescita personale una capacità di sfidare l’infinito e di fatto questo è quello che precisamente aveva in mente quando coniò questa frase “Non avere limite come limite”, che è la pietra miliare della sua filosofia, fino al punto da essere parte del suo logotipo (in caratteri cinesi intorno alle frecce che circondano lo Yin-Yang). Bruce si sforzò ogni giorno di migliorare ogni aspetto prima mensionato. Per esempio il nostro processo quotidiano potrebbe essere un livello puramente fisico, nel senso di riuscire a realizzare qualcosa con il nostro corpo che prima non eravamo capaci di raggiungere. Come potrebbe essere, ad esempio, effettuare un certo tipo di calcio alto o in giro o dare una maggiore potenza al pugno utilizzando i fianchi e i muscoli delle spalle. O ancor meglio potrebbe essere riuscire a guadagnare attributi come potenza o flessibilità, perdita di peso ecc… Sotto il profilo mentale riusciamo ad ottenere considerevoli miglioramenti, a livelli più o meno alti, semplicemente ricordando le sequenze o i nomi delle tecniche, o addentrandoci nel terreno della nutrizione, della storia delle arti marziali o nella realizzazione di film di azione. Le materie di studio a cui le arti marziali ti possono condurre sono infinite. Però quello che lui sottolineava maggiormente era che il miglioramento in uno qualsiasi di questi campi ci porta a metterci in contatto con un tipo di conoscenza che risiede già dentro di noi: in noi si cela un “artista” della vita, che per motivi di condizionamento o classificazione sociale giace in letargo. Questo è il mondo al quale Bruce Lee si riferiva quando parlava di regno spirituale: scoprire qualcosa che risiede negli strati più profondi dell’essere umano. Una delle frasi più ripetute da Bruce nelle sue interviste era:
“Dopo tutto, qualsiasi tipo di conoscenza implica una conoscenza di se stessi”.
Un’altra sua massima era “Il sapere non è sufficiente, dobbiamo applicarlo.Il volere non è sufficiente, dobbiamo fare” (simile al detto popolare “fatti e non parole”). Fedele a questa massima Bruce Lee si svegliava sempre con una forte smania di spremere ad ogni giorno il succo di tutto quello che gli poteva offrire. Così un giorno di 30 anni fa era indaffarato per raggiungere la perfezione.
In questa rubrica vi presentiamo il sunto di 4 pagine della sua agenda personale, che si riferiscono a mese di gennaio del 1968, per rendervi partecipi di quello che faceva Bruce Lee ogni giorno. Il suo obiettivo era quello di diventare il più forte, il più veloce, il più flessibile e usare l’ossigeno (capacità aerobica) nel modo più efficiente.
Qui di seguito è riportato la traduzione delle pagine del suo diario personale, che rivelano fino a che punto questo “superuomo“ poteva dedicarsi a raggiungere quello che si era prefissato come scopo in determinati periodi della sua vita.

Martedì 16 gennaio 1968
10 a.m. 500 pugni
11 a.m. addominali:
a) elevazioni laterali (obliqui) – 5 serie
b) elevazioni gambe – 5 serie
c) addominali – 5 serie
12 p.m. Avambraccio/polso (isometrici)
3:45 p.m. Correre
4:30 p.m. guardie (posizioni)
esercizi isomatrici da seduto 2 serie
500 pugni
350 jab di dita
esercizi isomatrici da seduto 2 serie
9:30 p.m. allenamento al sacco da boxe (overhand)
500 pugni al sacco

Mercoledì 17 gennaio 1968
10:55 a 12:05 a.m. Flessibilità alla sbarra (di fronte e di lato)
esercizi per la braccia alla macchina
addominali e salto con la corda –4 serie
12:15 p.m. Addominali
a) elevazioni frontali – 5 serie
b) elevazioni laterali (obliqui) – 5 serie
c) addominali – 5 serie
1:45 p.m. 400 pugni (con le nocche centrali)
jab di dita – 4 serie
avambraccio/polso (isometrici)
Guardie (posizioni)
Esercizi isomatrici da seduto
2:40 p.m. Esercizi isometrici da seduto – 2 serie
3:30 p.m. Corsa
7.30 p.m. Seduta fotografica alla palestra di Chinatown con Ted Wong e Dan Ionosanto

Giovedì 18 gennaio 1968
11:00 a.m. a 12:40 p.m.
1) addominali 5 serie
2) elevazioni laterali (obliqui) – 5 serie
3) elevazioni frontale – 5 serie
salto con la corda – 5 serie
sacco leggero (uno due) – 3 serie
sacco pesante (overhand) – 3 serie
3:20 p.m. Esercizi isometrici da seduto. Avambraccio/polso (isometrici) guardie (posizioni). Esercizi isometrici da seduto
3:45 p.m. Corsa (per riposare le nocche per un giorno)
5:30 p.m. Allenamento di Kung Fu

Venerdì 19 Gennaio 1968
11:00 500 pugni
9:00 p.m. Addominali
a) elevazione laterale (obliqui) – 5 serie
b) elevazione frontale – 5 serie
c) addominali – 5 serie
Avambraccio/polso isometrici
Guardie (posizioni)
Esercizi isometrici da seduto 2 serie
Allungamenti delle gambe alla sbarra
1) frontali
2) laterali
3) con le ginocchia all’esterno
Supplemento di 500 pugni. Totale 1000 pugni

Allenamenti come i precedenti erano normali nei diari di Bruce Lee e gli insegnarono molto sulle potenzialità del suo fisico. Scrivendo questi orari nel suo diario, Bruce era capace di avere una completa statistica del suo continuo “viaggio nelle arti marziali” il cui obiettivo era lo sviluppo della sua persona in tre livelli, fisico, mentale e spirituale. Ogni livello che riusciva a superare, gli serviva non solo come limite ma anche come un trampolino dal quale spingersi fino a quote più alte. Ogni allenamento registrato nel suo diario serviva come prova del livello raggiunto fino a quel momento, per poterlo superare in futuro. Come lui stesso diceva: "se ti abitui a mettere dei limiti a quello che fai, fisicamente o in qualsiasi altro livello, questo si ripercuoterà in tutte le tue azioni per il resto della tua vita. Si propagherà nel tuo lavoro, nella tua morale, nel tuo essere in generale. Non ci sono limiti. Ci sono fasi, ma non devi rimanere ancorato ad esse, bisogna superarle… L’uomo deve costantemente superare i suoi limiti".
Come in qualsiasi lungo viaggio in cui non si ha a disposizione una cartina che indichi il cammino, Bruce Lee si rese conto che, per non perdersi nella curva sbagliata, doveva evitare di commettere gli errori due volte. Per ottenere ciò doveva documentare i propri metodi di allenamento, studiando i dati del suo diario, cercando progressi o mancanze e infine imparando a interpretare e utilizzare tutte queste informazioni per poter migliorare i suoi metodi di allenamento (o lasciare i vecchi e iniziare altri totalmente nuovi) per poter così raggiungere il suo scopo.
A tale proposito diceva: “Se Tu sei arrivato a dominare un sistema di Kung Fu (ne senso cinese della parola “tempo-sforzo”dopo averlo dominato, devi abbandonarlo e incamminarti su di un livello superiore. Non aggrapparti a quello che hai. E’ come una chiatta su cui attraversi un fiume. Una volta raggiunta l’altra sponda, non mettertela sulle spalle, semplicemente vai avanti”…




Articolo tratto dalla rivista "Kung.Fu Magazine"

Essere coordinati e precisi

Coordinazione

In tutti gli sport il fattore più importante ai fini dell'efficienza è sotto tutti i punti di vista, la coordinazione. Essa consente all'atleta di concentrare nell'esecuzione di un movimento tutto il potenziale e tutte le capacità di cui dispone.
prima di eseguire i movimenti occorre modificare la tensione muscolare di entrambe le facce delle articolazioni in causa. La buona coordinazione del lavoro muscolare è uno dei fattori responsabili della velocità, della resistenza nel tempo (durata), della potenza, dell'agilità e della
precisione in tutte le discipline atletiche.
L'eccessiva tensione dei muscoli antagonisti agisce da freno e quindi rallenta, inibisce l'azione, fa sprecare energia e perciò affatica l'atleta prematuramente. Quando deve eseguire un altro movimento, che esige un diverso grado di intensità, di carico, di sollecitazione, di ripetizione e di durata(resistenza nel tempo), deve adottare un altro modello di 'aggiustamento neuro fisiologico completamente nuovo. Quindi la fatica che avverte quando compie i nuovi movimenti non dipende solo dall'uso dei muscoli diversi, ma anche dall'azione di frenaggio esercitata dai muscoli antagonisti e dovuta alla cattiva coordinazione.
Il principiante è teso, esegue movimenti esageratamente ampi e tradisce lo sforzo.l'atleta L'individuo raro, sembra avere il dono di praticare con facilità qualsiasi disciplina, nuova o non nuova per lui. Per facilità si intende la capacità di eseguire le azioni contraendo pochissimo i muscoli antagonisti. Questa qualità è presente in diversa misura negli atleti, ma può venir migliorata da tutti.
Perciò si acquista la capacità di coordinare i movimenti addestrando il sistema nervoso, non i muscoli. La principale caratteristica dell'atleta esperto è la facilità con cui si muove anche durante lo sforzo massimo.
L'atlete che si muove in modo goffo, che sembra non trovare mai la distanza giusta, che calcola di continuo, che non riesce mai a sorprendere l'avversario, che fa sembrare trapelare le sue intenzioni, manca sopratutto di coordinazione.
L'atleta ben coordinato si muove con grazia e fluidità, sembra che entri ed esca nell'azione slittando, col minimo sforzo e massima astuzia. Agisce tempestivamente perché i suoi movimenti sono ritmici al punto che riesce ad imporre all'avversario un ritmo complementare, ritmo che può spezzare a proprio vantaggio grazie al perfetto controllo dei propri muscoli. Sembra sicuro
di quel che fa, sicuro della vittoria, con fiducia in se stesso.
I muscoli non si governano da se. Il modo in cui operano, e di conseguenza l'efficacia delle loro prestazioni, dipende esclusivamente dal modo in cui li guida il sistema nervoso. Quando un movimento viene eseguito male significa che il sistema nervoso ha inviato gli impulsi ai muscoli sbagliati, o fuori tempo(una frazione di secondo prima o dopo il momento giusto) o in successione sbagliata.
Si raggiunge la coordinazione con l'esercizio, creando i giusti collegamenti necessari nel sistema nervoso. Occorre acquistare precisione. L'esercizio rafforza i collegamenti che hanno luogo in determinate azioni e rende l'azione successiva più facile, più sicura e più pronta. Mentre ovviamente, l'insufficiente allenamento tende ad indebolire i collegamenti formatisi e rende l'azione successiva più difficile e meno sicura (esercizio continuo!). Quindi possiamo raggiungere la coordinazione solo eseguendo realmente mosse che desideriamo imparare a compiere. Si impara unicamente agendo o reagendo. Quando si acquista coordinazione, quando si sono formati i necessari collegamenti, le azioni diventano sommamente economiche e l'atleta consuma soltanto l'energia indispensabile.
Diventa campione l'atleta che possiede una coordinazione di prontezza. Essa fa si che l'atleta affronti con piacere anche gli esercizi più noiosi. Più l'atleta è coordinato più soddisfazione prova nel rispondere; meno è pronto, più trova noioso essere costretto ad agire.

IMPORTANTE: Quando sei stanco, non fare movimenti complessi, sofisticati; si trasformerebbero in movimenti grossolani; lo sforzo da specifico diventerebbe generico. Ricorda, tendono a subentrare movimenti sbagliati e perdi il vantaggio raggiunto. Quindi esegui movimenti di grande precisione solo quando non sei stanco. Quando sopraggiunge la stanchezza, passa ai movimenti poco sofisticati, che sviluppano la capacità di durata nel tempo.



Precisione



Precisione significa accuratezza nei movimenti, cioè esattezza nel proiettare la forza.
La precisione consiste in movimenti controllati che debbono essere eseguiti col minimo dispendio di forza.
Il risultato deve essere raggiunto col minimo sforzo possibile.
Si può acquisire precisione solo con l'esercizio. Il discorso vale sia per il principiante che per l'atleta esperto.
Per apprendere un movimento in modo perfetto impara ad eseguirlo prima con precisione e velocità, poi con la velocità e forza.
Per acquisire precisione lo specchio è un ausilio indispensabile perchè consente il costante controllo della situazione, della posizione delle mani e della tecnica.

Tratto dal libro "Tao Of Jeet Kune Do"

mercoledì 12 dicembre 2007

La Potenza


Risulta precisa soltanto la manovra eseguita dall'atleta che non perde l'equilibrio. La base, il corpo dell'atleta, deve essere tanto forte da rimanere perfettamente bilanciata durante l'azione.
Perché il corpo risulti potente è necessario che al momento giusto ai muscoli in causa arrivino impulsi nervosi capaci di far contrarre un numero di fibre sufficiente a ai muscoli antagonisti impulsi inibitori atti a ridurne la resistenza. Ciò rende ottimali l'efficienza e la forza (potenza).
Quando deve affrontare una situazione che non gli è famigliare l'atleta tende a mobilitare eccessivamente le forze muscolari, a compiere uno sforzo superiore al necessario. E' mancanza di conoscenza da parte del sistema riflesso neuro muscolare deputato alla coordinazione.
E' potente non l'atleta forte, ma quello che sa usare la forza con rapidità. Poiché la potenza è il prodotto della forza per la velocità, accresce la propria potenza l'atleta che impara ad eseguire i movimenti rapidamente, anche se la capacità contrattile dei suoi muscoli rimane immutata. Perciò un l'atleta di bassa statura capace di assestare calci e pugni con rapidità può colpire la con la stessa efficienza di un atleta più alto e nerboruto che si muove più lentamente.
Per raggiungere una buona forma l'atleta che si fa muscoli allenandosi coi pesi deve migliorare contemporaneamente la velocità e la flessibilità. Velocità, flessibilità e resistenza nel tempo unite alla forza possono assicurare ottimi risultati nella maggior parte delle discipline. L'atleta privo di queste qualità, che si affida unicamente alla propria forza, è simile al toro che insegue il matador senza successo nonostante la sua poderosa forza, assomiglia a un autocarro che da la caccia ad un coniglio.

Tratto da "Tao Of Jeet Kune Do"

Secondo principio: Velocità


Tipi di velocità:

1. Velocità di percezione. Capacità dell'occhio di cogliere le aperture e di scoraggiare l'avversario confondendolo e frenandolo.
2. Velocità mentale (prontezza di spirito). Capacità della mente di scegliere la mossa giusta per frustrare e contrattaccare l'avversario.
3. Velocità nell'introdurre l'azione. Partenza "economica" dalla posizione corretta e nello stato d'animo adeguato.
4. Velocità di esecuzione. Rapidità di movimento nell'attuazione della mossa scelta. Comporta un'effettiva velocità di contrazione muscolare.
5. Velocità nel cambiare direzione. Capacità di cambiare tattica nel bel mezzo dell'azione. Comporta controllo dell'equilibrio e della forza d'inerzia. (Adotta il picco lo atteggiamento fisico a ginocchia flesse).

Qualità capaci di migliorare la velocità:

1. Mobilità.
2. Scatto, elasticità.
3. Resistenza alla fatica (capacità di sopportazione + ottima forma).
4. Prontezza fisica e vigilanza psichica.
5. Immaginazione e fiuto.

La tensione generalizzata e le contrazioni muscolari non necessarie riducono la velocità e fanno sprecare energia.
Per costruire azioni coordinate, i cosiddetti blocchi, é indispensabile praticare esercizi atti ad accrescere le flessibilità e la destrezza del giuoco di mani e del lavoro di gambe. Molti lottatori non si rendono conto del fatto che la velocità dipende in forte misura dall'economia del movimento (buona forma e buona coordinazione). Quindi l'addestra mento meccanico costante (praticare l'attività) è essenziale. È utile anche un certo grado di stimolazione emozionale.
Boxare con la propria ombra (avversario fantasma) sviluppa in particolare l'agilità e la velocità. Sii sempre presente a te stesso. Pensa continuamente a quel che stai facendo. Immagina di avere davanti il tuo peggiore nemico, se ne hai uno, e dargliele di santa ragione. Cerca di immaginare le mosse che farà e bloccale nello stato d'animo del pugile che si batte in un incontro reale. lì pugilato con la propria ombra migliora il fiato e la velocità, sviluppa la fantasia, fa venire idee, consente di immaginare le mosse cui ricorrere al momento opportuno.
Forma economica e rilassamento accrescono la velocità. Il principiante deve vincere la tendenza naturale a darci troppo dentro, a sprecare energia, a picchiare forte e rapidamente per vincere subito. Quando si sforza di dare il massimo, di far vedere tutto ciò che si sa fare, valuta male le proprie capacità. Ne risulta uno sforzo generico in luogo del necessario sforzo specifico. La tensione generalizzata e le contrazioni muscolari non necessarie fungono da freno e fanno sprecare energia. lì corpo rende di più quando lo si lascia fare, che quando si cerca di guidano. Corre con la velocità che gli è propria il podista che non ha la sensazione che potrebbe correre più in fretta.

I fattori che sviluppano maggiormente la velocità sono:

Il riscaldamento preliminare, che riduce la viscosità e aumenta l'elasticità e la flessibilità adattando l'organismo a un ritmo fisiologico più sostenuto (aumento delle pulsazioni cardiache, dell'irrorazione, della pressione arteriosa e del ritmo respiratorio), il tono muscolare e la parziale contrazione preliminare, l'atteggiamento appropriato, la concentrazione, la riduzione della capacità di ricezione degli stimoli, che avvantaggia la velocità di percezione, e la riduzione dei movimenti da essa derivante che favorisce la rapidità dei modelli di reazione.
Se, dopo che il raggio (o l'arco) lungo dell'oscillazione di un lancio o di un colpo sferrato con movimento ellissoidale ha generato un impulso (momento dì forza), il raggio dell'arco viene accorciato bruscamente, la velocità aumenta senza che l'atleta aumenti lo sforzo. Si osserva questo effetto nell'ultima fase del lancio del martello (attrazione), all'arretramento contro la gamba avanzata del battitore nel baseball ecc. Si verifica lo stesso fenomeno (principio dell'accorciamento del braccio di leva) anche quando si assesta una frustata.
L'azione a modi frusta (o di molla che scatta) del corpo umano proiettato o lanciato è un fenomeno degno di nota.
Tale azione inizia con una spinta delle dita del piede, prosegue con l'estensione delle ginocchia e del tronco seguita dalla rotazione della spalla e dalla proiezione del braccio per culminare nello scatto dell'avambraccio, del polso e delle dita della mano. È tale che ogni segmento aggiunge la propria velocità a quella degli altri. Si sfrutta il principio dell'accorciamento del braccio di leva per accentuare le velocità particolari della frusta (o molla). La rotazione di ogni segmento intorno al proprio fulcro (articolazione) è velocissima, ma ogni segmento viene enormemente accelerato:
- perché ruota intorno a un fulcro già fortemente accelerato.
Quando si lancia una palla, quando l'avambraccio vie ne proiettato di scatto al di là del fulcro (gomito), nel gomito sono presenti tutte le velocità accumulate del corpo. Questo fenomeno si verifica nella maggior parte dei lanci a distanza o con traiettorie curvilinee. Il lottatore colpisce con i piedi; coi piedi fa partire l'impulso, il momento di forza. Un aspetto importante di questa azione di accelerazione multipla è l'introduzione più ritardata possibile dei singoli movimenti, che consente di sfruttare al massimo l'estrema accelerazione del fulcro. Il braccio deve arriva re tanto lontano che i muscoli del torace debbono venire stirati più che estesi. Lo scatto finale del polso viene ritardato il più possibile, ha luogo solo all'ultimo minuto, solo nell'istante che precede immediatamente lo scatto o, nel la lotta, l'impatto. Nel calcio il giocatore che colpisce il pallone prima che tocchi terra fa scattare il ginocchio e il piede all'ultimo momento, quando tocca il pallone o un'ombra prima di toccano. Questa è l'accelerazione dell'ultimo momento, che nel calcio è quella del bloccaggio attraverso il giocatore, nel pugilato quella del pugno attraverso il pugile. Il principio vuole che la massima accelerazione abbia luogo alla fine del contatto. Indipendentemente dalla distanza, la fase più veloce del movimento deve essere l'ultima. Riservare la massima accelerazione al momento del contatto è proficuo, tuttavia questo concetto non deve essere confuso, come spesso avviene, con l'idea che è bene muovere l'intero corpo solo all'ultimo momento, a con tatto avvenuto. Il principio del libero trasferimento della forza d'inerzia (impulso, momento di forza) di tutto il corpo solo all'ultimo istante può essere proficuo solo quando non compromette la velocità della mossa successiva.
La velocità è un fenomeno complesso. Comprende il tempo di coscientizzazione e il tempo di reazione. Più complessa è la situazione cui occorre reagire, più lenta sarà probabilmente la reazione. Da qui l'utilità delle finte.
L'atleta può migliorare la sua velocità imparando a focalizzare l'attenzione e ad assumere atteggiamenti preparatori adeguati. La sua velocità relativa è legata anche al grado di contrazione muscolare che è capace di raggiungere.
Governano la velocità determinati principi fisici: raggio accorciato per azione più rapida, arco più lungo per maggiore impulso, nel centrare il peso per velocità in rotazione, movimenti sequenziali ma concentrati per moltiplicare la velocità. Il problema che l'atleta deve risolvere a livello individuale è quale tipo di velocità sia più utile al suo metodo di lavoro.
"Spesso è più importante il momento in cui il colpo viene portato che non la velocità con cui viene sferrato". Bruce Lee!



Tratto da "Tao Of Jeet Kune Do"

venerdì 7 dicembre 2007

La base di ogni allenamento: Stretching

Lo Stretching di Bruce Lee
Raggiungere l'elasticità di Bruce Lee

Lo stretching è fondamentale in tutte le discipline. Particolarmente nella arti marziali ci permette ad esempio di poter calciare a tutte le distanze e in ogni istante. Ma i motivi per cui ci si allena nella flessibilità sono diversi:

1. Lo stretching completa la nostra preparazione atletica, infatti insieme alla resistenza muscolare e a quella cardiovascolare ci aiuta nella flessibilità muscolare.
2. Lo stretching, migliora l'atleta di arti marziali portandolo a maggiori prestazioni e sicurezza rispetto ad un atleta più legato.
3. Lo stretching riduce notevolmente il rischio di stiramenti muscolari. Infatti chi pratica arti marziali è meno soggetto a stiramenti o traumi poichè esegue sedute costanti di stretching.
4. Lo stretching è un buon metodo di riscaldamento, infatti se eseguito prima dell'allenamento ci da una maggiore coordinazione muscolare. Inoltre se viene eseguito anche dopo l'allenamento è un buon sistema di recupero
.

Bruce Lee era caratterizzato oltre che da una grande velocità, anche da una grande elesticità.
Per raggiungere buoni risultati è importante eseguire costantemente sedute di stretching. La riuscita di uno stretching costante molte volte varia da persona a persona, infatti non tutti possiedono la stessa elasticità muscolare e quindi anche i risultati non sono per tutti uguali..
Bruce Lee era solito effettuare lo stretching tutti i giorni, ad esempio anche mentre lavorava nei set cinematografici era solito effettuare una seduta tra una pausa e l'altra.
Alcuni punti importanti per effettuare un buon corso di stretching:



1. Se possibile effettuare stretching tutti i giorni;
2. Negli esercizi è fondamentale la progressione, cioè non arrivare subito al massimo delle nostre capacità;
3. E' buona norma fare stretching per tutte le parti del corpo;
4. Negli esercizi trovate la vostra soglia di dolore e cercati il rilassamento, mantenete le posizione dai 20 ai 30 secondi, la soglia massima che si può raggiungere è di un minuto.
5. Cercate di far diventare lo stretching un esercizio abituale sia prima che dopo l'allenamento.
Seguendo queste regole è possibili raggiungere buoni risultati, potrete notare i vostri miglioramenti nella flessibilità e sopratutto un miglioramento delle performance nelle arti marziali
Luigi Clemente

martedì 4 dicembre 2007

Bruce Lee: Un fisico da Maestro


Un altro articolo di cui mi accingo a parlarvi che dobbiamo assolutamente capire, riguarda l'abilità ed il modo, con cui Bruce Lee costruì il suo corpo.
Molte persone, tra cui molti atleti, si sono ispirati a Bruce Lee, in virtù del fatto che Egli non solo fosse un atleta marziale eccezionale, ma possedeva un abilità fisica fuori dal comune.
So cosa pensano molte persone riguardo al fantastico corpo che possedeva. Alcuni maestri di Arti Marziali, hanno sempre sostenuto che nessuno poteva raggiungere simili risultati a quelli di Bruce Lee, perchè nessuno di noi era stato dotato da madre natura, questo discorso va contro il principio e la filosofia di Bruce Lee.
Ognuno di noi, ha delle qualità e, delle potenzialità che possiamo sfruttare per diventare persone di qualità, sia come atleti, sia di altro genere di attività. Questi geni, fanno parte di tutta la specie umana. Quindi ciò che Bruce Lee possedeva di quel corpo fantastico, non era stato dotato da madre natura, ma Egli fu molto bravo a costruirselo, lavorando sodo e allenandosi molto duramente.
Questo ragazzi miei, ci fa comprendere la natura dell'essere umano.
Ogni essere umano ha di per sè, qualità che può sviluppare e migliorare, ma solo se ha la forza di volontà per farlo.
Bruce Lee creò con gli anni di esperienza, programmi di allenamento sempre più efficaci, per poter avere il miglior risultato, senza sprecare neanche un solo istante del suo tempo.
Era molto sciolto ed elastico, grazie al suo programma speciale di stretching, di sollevamento pesi e di altri strumenti che Egli utilizzava per migliorare le sue qualità di lottatore e di Artista.
Come Bruce Lee stesso disse: "Molti non ci crederanno, ma io ho trascorso ore a perfezionare ogni cosa che facevo", ed è proprio così.
Ognuno di noi deve trovare il metodo migliore, per poter migliorare in tutti gli aspetti e, solo se sarete disposti a lavorare sodo potrete arrivare alla massima espressione di voi stessi.
Cercherò più in là di darvi degli spunti, su ciò che potrebbe aiutarvi a migliorare la vostra condizione fisica, attraverso un programma speciale di allenamento che ho costruito per me.
Ovviamente, prenderete da questo programma, quello che più vi sarà utile e, dopo toccherà a voi decidere come andare avanti.


Luigi Clemente

martedì 27 novembre 2007

Bruce Lee: Un Grande Uomo

E' difficile scrivere o imprimere sulla carta poche parole, semplici e, al tempo stesso profonde, per esprimere la grandezza, la forza di volontà e il carisma di questo grande uomo chiamato: Bruce Lee.
Oggi, 27 novembre 2007, Bruce Lee avrebbe compiuto il suo 67esimo compleanno e, secondo il mio personale parere, avrebbe ancora l'agilità e, la potenza di un uomo di vent'anni. Questo è scioccante, se pensiamo a come sarebbe oggi Bruce Lee.

Bruce Lee, non era solo un lottatore molto capace ed esperto, attore e cinematografo, filosofo, cultore ecc. Era prima di tutto un uomo. Un uomo che ha, consacrato se stesso a degli ideali, di lealtà, umiltà, amore e gioia. Un uomo che è stato capace di realizzare se stesso in tutti i punti di vista; come Artista e lottatore, era capace di "centrifugare" l'avversario, di renderlo inoffensivo anche solo con alcuni suoi movimenti. Come attore, è stato capace di creare films di alta qualità, non solo nell'aspetto marziale, ma anche in quello umano e, rispettoso nei confronti di chiunque. Come regista, produttore, coproduttore è stato capace di creare pellicole fantastiche, dando al pubblico quel fascino ed entusiasmo che, solo lui era capace di dare. Come padre e marito, era un uomo dolce e gentile.
Queste poche, ma intense parole che scrivo, sono un omaggio alla sua memoria, un omaggio a questo grande uomo che, non solo mi ha ispirato alla disciplina delle Arti Marziali, ma anche suscitando in me l'ispirazione di realizzare e, di credere in me stesso e nelle mie possibilità.

Io credo che uomini come Bruce Lee, siano destinati a stare poco sulla Terra, perchè essi sono come delle "Meteore", che lasciano la loro impronta e, dopo scompaiono dando ad altre meteore la possibilità di realizzare i propri sogni, credendo nell'"impossibile".

Dio è l'unico nell'universo, in grado di far nascere queste meteore. Egli è, il Creatore di tutte le creature esistenti. Ogni uomo, nasce con una missione ben precisa, data da Dio sin dal suo concepimento.La missione di Bruce Lee, per come la vedo io, era quella di ispirare la gente a credere in se stessi e, a far emergere la propria personalità, indipendentemente dalla razza o, dal colore. Non per niente, le parole iscritte sulla sua lapide dicono proprio questo: "Your Inspiration Continues To Guide Us Toward Our Personal Liberation", che sta a significare questo: "la tua ispirazione continui a guidare la nostra personale Liberazione". Queste parole sono motivo di amore per me nei confronti di quest'uomo e, quando penso a lui, al suo sorriso, ai suoi atteggiamenti ecc, io mi emoziono molto.Egli, ispira ancora la gente attraverso i suoi films, la sua Arte, la sua enorme personalità che è, in ciascuno di noi, ma pochi sono in grado di tirarla fuori.A me di Bruce, piace pensare questo; cioè che era un essere umano di grande carisma, che è stato prima di tutto un uomo, dopo un Artista Marziale.Spero, di realizzarmi non come un secondo Bruce Lee, ma con la mia personalità, il mio carisma, e a diventare quello che Bruce Lee chiamava: "Artista della Vita".

(In memory love for Bruce Lee)


Luigi Clemente

Footwork

Footwork
"La qualità delle tecniche di un uomo, dipende
da quanto egli sia in grado di usare i suoi piedi"

Bruce Lee!

Un altro articolo mi accingo a scrivere, riguarda l'elemento, forse il più importante che Bruce Lee abbia incorporato nel Jeet Kune Do: il FOOTWORK.
Quando si parla di Footwork, si intende la capacità di muoversi o spostarsi in tutte le direzioni, utilizzando rapidi spostamenti con grande velocità e fluidità.
Il Footwork serve, per eludere l'avversario; muovendosi continuamente, l'avversario viene disorientato o, minacciato perchè, il continuo guadagnare e cedere terreno fa perdere equilibrio e capacità di tempo all'avversario.

Per far si che, il Footwork sia efficace, devi muoverti continuamente, con movimenti semplici e minimi; se i tuoi movimenti fossero troppo ampi, questi comprometerebbe il tuo equilibrio e, a quel punto le tecniche sarebbero del tutto inefficaci.
Il miglior modo per imparare, il corretto spostamento dei piedi è quello di esercitarsi allo specchio.
Lo specchio è un ausilio importante per chi vuole imparare, la corretta esecuzione delle tecniche, in più offre la possibilità di avere un avversario immaginario.
Impara, a coordinare bene tutti i movimenti; esegui rapidi spostamenti direttamente dalla posizione di guardia, senza esagerare nell'esecuzione.
Esercitati anche nel salto con la corda. Esso è un ottimo esercizio, per imparare il corretto spostamento del corpo ed in più, dona vigore alle gambe e, migliora l'equilibrio.


"Bisogna sforzarsi sempre di migliorare, il limite è il Cielo" Bruce Lee!


Luigi Clemente

sabato 24 novembre 2007

Jeet Kune Do Cosa non è

Jeet Kune Do
Cosa non è
Parte IIII



Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie, va dritto allo scopo. La distanza più breve tra due punti è la semplicità”
Bruce Lee!

Come la maggior parte di voi sanno, si è creata una sorta di confusione nel Jeet Kune Do, perché molti maestri che dicono di fare Jeet Kune Do pubblicizzano le loro palestre con il termine J.K.D., prendendo poi le distanze dall’arte.
Questo perché, essendo il Jeet Kune Do l’arte di Bruce Lee, molti maestri vogliono attirare l’attenzione dei giovani e, in questo modo si considerano esperti in materia.
Ciò che la maggior parte della gente sa, e che il Jeet Kune Do sia un insieme di ventisei stili diversi di arti marziali e, che Bruce Lee abbia preso da ognuno di questi stili ciò che gli era più congeniale e, abbia creato il Jeet Kune Do. Ma questo è un concetto del tutto sbagliato. Il Jeet Kune Do ha tecniche e principi propri, quelli che Bruce Lee ha sviluppato nel corso della sua vita..
Il Jeet Kune Do si basa, sui principi dell’economia del movimento, la semplicità e l’immediatezza.
Bruce Lee, non credeva in mistiche tecniche o, in pratiche esoteriche, credeva nella scienza. Paragonava le forme coreografiche di tecniche a nuotare sulla terraferma.
Ciò che distingue il Jeet Kune Do da altre Arti Marziali è il semplice fatto di sfruttare nel modo più economico possibile le proprie risorse, avendo a disposizione poche tecniche semplici, ma che siano efficaci in una data situazione.
Il Jeet Kune Do è fluido, diretto e non classico.
Il Jeet Kune Do comprende tre ingredienti principali, quelli che Bruce Lee chiamava: “le radici” e che sono:

· Posizione di guardia,
· Footwork e movimento
· Posizione nel generare la forza (Pugno diretto)

Il Jeet Kune Do, pone molta enfasi nella posizione di guardia. La posizione di guardia del Jeet Kune Do, garantisce la migliore copertura e la possibilità di colpire molto velocemente, in più garantisce il totale controllo dell’equilibrio e delle tecniche.
Il Footwork è l’elemento più importante. Esso da la possibilità al lottatore, di spostarsi velocemente in tutte le direzioni e, di sfruttare il peso del corpo in movimento creando così colpi molto potenti e penetranti.
Il Pugno diretto, invece, è il cuore del Jeet Kune Do. Non è un pugno molto potente, ma è la tecnica che si usa di più nel Jeet Kune Do.
La rotazione del bacino e delle spalle, abbinato al passo spinta lo rendono un colpo molto potente diverso da un Jab del pugilato.
Avere poche tecniche, non significa che il Jeet Kune Do sia limitato. Esso utilizza solo quelle tecniche semplici utili in una data situazione.
Studiando le basi, i fondamenti si capisce molto sul Jeet Kune Do.
Il fulcro sta nel non fossilizzarsi su una data tecnica, ma di guardare al combattimento in modo globale; prendere quello che hai a disposizione, cercando di rifinirlo ulteriormente.
La differenza, tra semplice e facile sta proprio nel capire questo principio.
Voglio dire, facile si intende nel prendere un po’ di tecniche del pugilato, dal Judo o da qualsiasi altra Arte Marziale, metterle insieme e creare così il mio metodo di combattimento.
Semplice, vuol dire prendere quello che hai a disposizione e rifinirlo ulteriormente ed eliminando quello che non ti serve.
Questo è il fulcro del Jeet Kune Do.
Il Jeet Kune Do, non è un insieme di tecniche di molte arti marziali, ma ha principi e tecniche proprie, quelle create e sintetizzate da Bruce Lee nel corso della sua vita.
Come Bruce Lee stesso fece notare: “Il vero perfezionamento persegue la semplicità. L’allenamento imperfetto porta all’ornamentazione”.
Questo sta a significare, di non rinchiudersi in uno schema che prevede un solo modo per agire in una situazione, ma prendere quello che ti è utile e da lì progredire. Questo è il fondamento.
E’ molto difficile cercare di eliminare altro, perché il Jeet Kune Do è un arte ridotta al minimo essenziale; come Bruce Lee disse: “Non si tratta di un aumento giornaliero, ma di una diminuzione giornaliera”. Non si tratta di aggiungere, ma di eliminare. Il Jeet Kune Do è un processo di eliminazione.
Vorrei concludere questo articolo, con un pensiero di Bruce Lee che mi sembra il più appropriato, per farvi comprendere il fine ultimo del Jeet Kune Do: “Il Jeet Kune Do è come una barca, o uno specchio in cui ci si vede riflessi. Una volta arrivato all’altra riva, non puoi prenderlo e caricartelo sulle spalle. Bisogna andare avanti”. “Walk On” Bruce Lee


Luigi Clemente

Pensiero Positivo

Positive’s Throught
“In My Own Process”
Parte III



In questo mio nuovo articolo, mi accingo a spiegare a tutti voi che, siete Artisti Marziali e non il “potere” del pensiero e, in particolar modo come renderlo positivo.
Prima di affrontare questo discorso del pensiero positivo, lasciatemi raccontare un po’ quello che è accaduto alla mia vita parecchi anni prima.
Innanzitutto prima di essere un lottatore e prima di dedicarmi alle Arti Marziali, ero un paraplegico, cioè stavo seduto su una sedia a rotelle. Non avevo molte speranze di rimettermi in piedi, perché oltre alla mia malattia (Artrite Reumatoide) che, mi aveva completamente bloccato le articolazioni, anche i miei medici dissero che il mio stato di salute era determinante.
Non potete immaginare l’angoscia e il dolore che provavo nel sentire certe affermazioni e, così capì che ero completamente spacciato.
La mia mente era invasa di terribili pensieri tristi di cui, si aggiungevano anche le lacrime della mia famiglia. Avevo più o meno tredici anni quando accadde questo terzo episodio per quel riguarda la mia malattia; molte altre cose sono successe prima di esso, ma non vale la pena scriverlo perché ci vorrebbero quattordici anni per raccontarvi tutto. Comunque a parte questo, dopo tante smancerie e, paroloni dei medici, decisi di mettere a tacere una volta per tutte le loro ridicole affermazioni. Dopo un paio di settimane, cominciai a dedicarmi alla fisioterapia, facendo massaggi, ginnastica correttiva ecc. Dolore e gioia mi pervasero il corpo, perché il mio corpo era tutto rigido e per scuoterlo occorreva molto dolore, ma più sentivo dolore più il mio corpo migliorava.
Dopo mesi di fisioterapia (6 per l’esattezza), riuscì a mettere di nuovo i miei primi passi; dopodichè passai a camminare appoggiandomi al tavolo, fino a quando non ripresi il totale controllo delle gambe.
Lo stupore sul volto dei miei medici quando mi videro camminare, fu una piccola “vendetta” per me. Inoltre fu il primo KO che diedi a queste persone.
Dopo aver ripreso l’uso delle gambe, i miei genitori mi iscrissero ad un corso di nuoto, per migliorare la mia condizione fisica (essendo stato imbottito di farmaci, il mio corpo era molto placido), quindi iniziò così il mio cammino verso quello che sarebbe stato il mio più grande sogno:
diventare un Lottatore.
Da pessimista che ero, il mio pensiero man mano si evolveva e, la prova fu quando cominciai a pensare a cosa avrei fatto nella mia vita, quali sarebbero stati i miei obiettivi, il lavoro ecc. Un bel giorno, stavo pensando al mio futuro e, trovai in un articolo di giornale che portavo sempre con me negli ospedali, una foto di Bruce Lee con una sua frase filosofica, la quale è diventata poi il mio motto: “Bisogna sforzarsi sempre di migliorare, il limite è il Cielo”. Questa piccola frase diede alla mia mente un impulso elettrico, invadendo tutto il mio corpo e, da quel momento capì che dovevo dedicarmi alle Arti Marziali.
Successe di tutto in quel periodo; la mia famiglia non era per niente d’accordo su questa mia decisione e, neanche i medici non erano molto entusiasti (figuriamoci se dovevano essere entusiasti se furono proprio loro a dirmi che non mi sarei più alzato dalla sedia a rotelle). Ma io non intendevo mollare; avevo promesso a me stesso di dedicarmi anima e corpo alle Arti Marziali a qualunque costo.
Nel periodo iniziale, trovai molta difficoltà nel migliorare come lottatore, perché non essendoci un maestro adeguato di Jeet Kune Do, consultai i miei vecchi libri di Bruce Lee, creando a mia volta programmi di allenamento adatti solo per migliorare le mie qualità di lottatore. Ma purtroppo oltre a questo, dovevo migliorare anche la mia condizione fisica (dato che ero ancora molto placido).
Dopo tanti tentavi, duro allenamento e altro ancora, ottenni i miei primi miglioramenti frantumando tutte le previsioni negative dei miei medici.
Bene dopo avervi raccontato solo una piccola parte della mia storia, siamo finalmente arrivati al nocciolo della questione.
Il pensiero positivo è proprio questo ragazzi miei!
Si tratta di avere il coraggio e la forza di volontà di affrontare le nostre paure, incertezze, insicurezze e, trasformarle in un trampolino di lancio.
La vostra vita avrà una piega diversa se, sarete capaci di trasformare il vostro pensiero in un piano d’azione ben definito.
Credo fermamente in quello che Bruce Lee affermava, a proposito della mente:
“Non è tanto il problema di per sé a ostacolarci, ma il modo in cui noi reagiamo ad esso”. Ed è proprio così.
La vita, la vera vita, si manifesta quando la tua mente è libera dai condizionamenti che possono essere: paure, insicurezze, incertezze ecc, soffocando il vostro modo di reagire alle circostanze.
Con tutto quello che mi è capitato, e non solo quello che ho appena scritto, avrei dovuto prendere una pistola e spararmi. Ma grazie alla bontà e all’amore divino, sono riuscito a superare tutte le difficoltà e, con lo stesso spirito affronto gli ostacoli attuali.
Ragazzi, io so per certo quello che voglio e, non ho assolutamente alcun dubbio su questo, perché ho fiducia nelle mie possibilità e di ciò che Dio mi ha dato.
Le Arti Marziali hanno cambiato la mia vita e, non un pezzo, ma tutta la mia esistenza. Ora riesco persino a dare fiducia a tante persone che come me, hanno affrontato e stanno affrontando grandi ostacoli nella loro vita. E questa ragazzi miei è una cosa bellissima. Dare speranza ai giovani è meraviglioso, ti riempie il cuore di gioia.
Spero, di poter essere di aiuto a chiunque abbia desiderio, forza di volontà e coraggio a superare gli ostacoli della vita, a vincere le proprie paure e, a diventare ciò che Bruce Lee amava definirsi:
Artista della Vita.



Luigi Clemente

sabato 3 novembre 2007

La sconfitta è uno stato mentale

Se pensi di essere sconfitto, lo sei.

Se pensi di non osare, non lo farai.

Se vuoi vincere, ma pensi che non ce la farai,

E' quasi certo che non vincerai.

Se pensi che perderai, sei perso.

Perchè fuori dal mondo capiamo che il successo

COMINCIA con la VOLONTA' dell'individuo.

Tutto dipende dallo stato mentale.

Se pensi di essere un perdente, lo sei.

Per conoscere hai bisogno di te stesso per poter

Vincere un premio.

La battaglia della vita non è sempre a favore

Dell'uomo più forte o più veloce.

Ma prima o poi

chi vince è colui

CHE SA DI POTERCELA FARE!


Bruce Lee

Trasformare gli ostacoli in scalini

(questa lettera che Bruce Lee scrisse a john rhee è una delle mie preferite, perchè dimostra chiaramente il pensiero positivo di Bruce Lee di trasformare tutti gli ostacoli in trampolini di lancio).


Trasformare gli ostacoli in scalini

A Jhoon Goo Rhee

Jhoon Goo,

saluti da Los Angeles, dove come in molti luoghi degli Stati Uniti, gli affari non vanno troppo bene. Non frainterdermi, non si tratta di un'affermazione pessimistica, le cose stanno proprio così, e come chiunque altro, hai la scelta di reagire a ciò. Ti chiedo, Jhoon Goo, se trasformerai i tuoi ostacoli in scalini per raggiungere i tuoi sogni o se ti lascerai sconfiggere, senza accorgertene, dalla negatività, dalle preoccupazioni, dalle paure ecc.
Credimi, in ogni grande cosa o conquista ci sono sempre ostacoli, grandi o piccoli, e non è tanto importante l'ostacolo in sè; ciò che più conta è la reazione che si ha di fronte a tali ostacoli. Non c'è sconfitta fino a che non lo ammetti davanti a te stesso, non fino ad allora.
Amico mio, pensa al passato ricordandoti degli eventi e delle conquiste che per te sono stati piacevoli, utili e soddisfacenti. Il presente? Bene, pensaci in termini di sfide ed opportunità e di ricompense possibili grazie all'applicazione dei tuoi talenti e delle tue energie. Come per il futuro, che è un tempo e uno spazio in cui ogni valida ambizione che hai è in mano tua.
Hai la tendenza a sprecare tanta energia in preoccupazione e previsioni. Ricorda, amico mio, di godere del tuo progetto come pure del tuo risultato, perchè la vita è troppo breve per sprecarla di energia negativa.
Dal mio viaggio in India, la mia schiena e così così. Silent Flute è ancora in pista con la Warner Bros. Stiamo aspettando di sapere quale sarà il prossimo passo, entro dieci giorni dovremmo saperlo (l'approvazione del nuovo budget, stabilire un altro viaggio ecc.) A parte Silent Flute, farò la comparsa nella serie televisiva Longstreet per la prossima stagione. Poi c'è un altro film che farò (interpretando uno dei tre personaggi principali), se la proposta sarà approvata, e anche questo lo saprò entro una decina di giorni.
Certo, la cosa dannata è che voglio fare qualcosa adesso! Così ho creato un'idea per una serie televisiva e dovrei sapere qualcosa in proposito nel giro di un paio di settimane. Nel frattempo, sto lavorando a un altro progetto per un film da girare a Hong Kong (un film cinese). Dunque azione! Azione! Non sprecare mai energia in preoccupazioni e in pensieri negativi. Chi ha il lavoro più insicuro del mio? Di che cosa vivo? E' la fiducia nella mia abilità che mi fa andare avanti. Di sicuro la mia schiena mi ha tenuto bloccato per un buon anno, ma insieme a ogni avversità c'è sempre una benedizione, perchè un trauma agisce facendoci ricordare che non dobbiamo esaurirci nell'abitudine.
Guarda il temporale; quando è finito ogni cosa comincia a crescere! Ricordati dunque che chi si fa assalire dalle preoccupazioni non solo non ha l'equilibrio per risolvere il problema, ma il suo nervosismo e la sua irritabilità creano ulteriori problemi a coloro che gli stanno vicino. Bene, cos'altro posso dirti se non di andare avanti come un missile, dannato siluro!
Da un artista marziale con una schiena bloccata, ma che ha scoperto un nuovo calcio potente!

Bruce Lee


Lettera a Jhoon Rhee, Jhoon Rhee Archives

venerdì 2 novembre 2007

Pensieri di Bruce Lee




La volontà di riuscire - E' la volontà che fa gli uomini: il successo richiede perseveranza.


La volontà di fare - La mia volontà di fare sorge dalla consapevolezza che IO POSSO AGIRE. Cerco solo di essere naturale, perchè nella mia mente non esistono ne paure ne dubbi.

La corte suprema della mente - La forza di volontà è la corte suprema che governa tutti i settori della mia mente: la eserciterò quotidianamente quando avrò bisogno di entrare immediatamente in azione per un qualsiasi scopo, e formerò delle abitudini al fine di farla entrare in azione almeno una volta al giorno.
Chi dimostra una volontà accondiscendente gode di un quieto benessere, leggero come una piuma; una quiete, un ritrarsi dall'azione, un'apparenza di incapacità di fare (il cuore è umile, ma l'opera è energica). Placidamente liberi dall'ansia, si agisce in armonia con la natura, ci si muove continuamente in linea con tutta la creazione.

La volontà di vincere - L'attitudine "vincerai se lo vuoi con tutte le tue forze" significa che la volontà di vincere è continua e che nessuna punizione, nessuno sforzo, nessuna condizione sono troppo "duri" da sopportare in vista della vittoria. Una tale attitudine può essere sviluppata solo se la vittoria è strettamente legata agli ideali e ai sogni del praticante. L'esperienza mostra che un atleta che si spinge fino ai propri limiti può continuare ad andare avanti fino a quando è necessario: ciò significa che lo sforzo normale non attinge a quell'enorme deposito di energia di riserva che è latente nel corpo umano, e non è in grado di liberarla. Uno sforzo straordinario, condizioni estremamente intense, un'autentica determinazione di vincere a tutti i costi libereranno questa energia in più. Quindi, un atleta è veramente stanco come si sente, ma se è deciso a vincere può continuare quasi all'infinito per raggiungere il suo obiettivo.

L'eroe è un uomo determinato - Che cosa significa determinato? Non significa forse "avere una volontà propria"? L'istinto del gregge richiede adattamento e subordinazione, ma l'umanità eleva ai più alti onori non il mansueto, o il pusillamine, il pigro, ma proprio l'uomo determinato, l'eroe.

Essere determinati - Che cosa significa essere determinati? Cielo, non significa soprattutto sapere che davvero si è padroni della propria anima, maestri della propria vita? Ora, cos'è che provoca una tale realizzazione, generando di conseguenza un cambiamento nella propria attitudine? ESSERE AUTENTICI. ACCETTARE LA RESPONSABILITA' DI SE STESSI.


Vivere davvero - Vivere davvero è vivere per gli altri.

Tratto da "Pensieri che colpiscono di Bruce Lee"

By Luigi Clemente

mercoledì 31 ottobre 2007

Una valutazione oggettiva dell'abilità di Bruce Lee nel combattimento


A partire dal film "The Big Boss" sembra esserci un'onda di entusiasmo nel voler trovare "un altro Bruce Lee" tra tutte le tipologie di persone, specialmente tra artisti marziali, che praticano Karate, Judo ecc. Non importa che questi atleti abbiano o no la capacità di recitare, basta solo che siano capaci di calciare o tirare pugni decentemente e che conoscano qualche trucco o trovata, e i produttori faranno di loro delle stelle.
Ma adesso basta. E' così semplice diventare una stella? posso assicurarvi che non è poi tanto semplice. Vi dico anche che quando verranno messi in onda più film di Bruce Lee, il pubblico si renderà conto presto della differenza, non solo per la sua capacità di recitare, ma anche per le sue abilità fisiche. Per esempio, nel film "The way of the dragon" l'abilità di Bruce Lee si confronta con quella di un campione americano, Chuck Norris, per sette volte campione mondiale degli All-American Open e del World Karate Championship. Poi con Bob Wall, il campione dei pesi massimi di karate nel 1970, e ancora con Wong In Sik, l'esperto di Hapkido di settimo grado, che alcuni degli spettatori avranno visto nel film intitolato Hapkido.
"Naturalmente si tratta solo di fare un film" diranno le persone. Ma io sono sicuro che il pubblico non è così insensibile da non essere in grado di vedere e valutare da sè e di confrontare la velocità, la potenza, il ritmo, la coordinazione, la versatilità ecc. di questi uomini.
"Black Belt", la rivista più diffusa al mondo e la più autorevole sulle arti marziali, ha pubblicato molti articoli su Bruce Lee prima che diventasse attore. Devo sottolineare qui che "Black Belt" è un punto di riferimento per quello che accade sulla scena internazionale delle arti marziali, un'autorevole rivista di qualità. In un'esclusiva intervista di "Black Belt" fatta non tanto tempo fa, vennero espresse direttamente o indirettamente da esperti di arti marziali alcune opinioni sull'abilità di Bruce Lee nel combattimento.

ERNEST LIEB

Ernest Lieb è cintura nera di quinto grado (karate) e direttore dell'Associazione americana di karate negli Stati Uniti. Di Bruce Lee dice: "Ho incontrato Bruce Lee e ho avuto il privilegio di lavorare con lui più volte. Anche se ho vinto quarantadue tornei di karate, non ritengo di essere alla sua altezza. La sua velocità supera quella di molte cinture nere che conosco".


JHOON GOO RHEE

Jhoon Rhee, cintura nera di settimo grado di tae kwon do, considerato generalmente l'uomo che ha introdotto il tae kwon do in America, descrive il Jeet Kune Do di Bruce Lee come qualcosa di "davvero scientifico e pratico, soprattutto nelle situazioni da strada".


CHUCK NORRIS

Chuck Norris, il campione americano di karate che di recente ha interpretato un ruolo con Bruce Lee nel film "The way of the dragon" ha ammesso subito davanti a milioni di spettatori, in una recente intervista a Hong Kong, che Bruce Lee è il suo maestro e che lo considera fantastico. Devo aggiungere anche che due altri campioni di karate - i campioni dei pesi massimi Joe Lewis e Mike Stone - hanno preso lezioni da Bruce, insieme con Chuck. Ora, tutti e tre questi uomini provengono da stili diversi e sono molto affermati. Tuttavia hanno voluto imparare da Bruce. Nella rubrica sportiva di "Washington Star" del 16 agosto 1970, è stato scritto quanto segue:






Tre degli allievi di Bruce Lee, Joe Lewis, Chuck Norris e Mike Stone, hanno vinto tutti i maggiori tornei di karate negli Stati Uniti. Joe Lewis è stato il Grande Campione Nazionale per tre anni successivi. Bruce Lee si occupa e insegna loro, quasi come farebbe un padre con i suoi figli. E' qualcosa di sconcertante a vedersi, come entrare in un saloon del vecchio West e vedere i ragazzi più veloci del territorio starsene li con le loro rivoltelle. Poi arriva un gentile e piccolo compagno che dice: "Quante volte devo dirvelo? State sbagliando tutto" E i tre ragazzi lo stanno ad ascoltare. Attentamente.




KEN KNUDSON

Ken Knudson, un grande artista marziale dello stile goju shorei, vincitore di molti tornei, dice: La potenza dei calci e dei pugni di Bruce Lee è dirompente. Mi ha mostrato un calcio laterale, che mi ha mosso così velocemente da lasciarmi la sensazione che i miei occhi fossero ancora li dov'ero prima che sferrasse il calcio. Usa la logica, intendo una buona logica, in tutte le sue tecniche". Ken è attualmente uno dei migliori atleti di karate degli Stati Uniti.


ALLEN STEEN

Allen Steen è vincitore del campionato di karate di Long Beach, Allen Steen dice che: "quello che Bruce mi ha mostrato della sua arte mi ha davvero impressionato".


FRED WREN

Fred Wren, un altro dei migliori dieci atleti di karate in America, ha solo lodi per Bruce Lee. Per dirla con le sue parole: "Non ho mai incontrato nessuno con maggiore abilità nel combattere e più conoscenza del signor Lee".


WALLY JAY

Wally jay, quinto grado di cintura nera di judo e allenatore di judo dell'anno in America, addestra con successo molte squadre di judo. Sa che cosa significa essere un campione e un buon rivale. Su Bruce Lee ci dice quanto segue: "Bruce è vivace, affascinante, impareggiabile". Continua affermando che è "continuamente" sbalordito da come Bruce riesca a essere veloce come un lampo senza diminuire la tremenda potenza del suo pugno".
Wally jay si dedica all'arte marziale da oltre quarant'anni. Paragona Bruce "alla grazia, all'agilità e alla potenza di una pantera nera".


LOUIS DELGADO

La cintura nera Louis Delgado, che una volta ha battuto Chuck Norris nel Grande Campionato a New York, descrive Bruce Lee, nella rivista "Black Belt" del novembre 1969, come segue: "Io non ho mai visto nessuno come Lee. Ho incontrato e mi sono allenato con molti atleti di karate, ma Bruce è il solo che mi ha completamente spiazzato. Sono completamente intimorito quando combatto con lui".


JAY MATHER

In una lettera circolare che annunciava il prossimo campionato invernale di karate, Jay Mather, cintura nera e detentore del titolo, descrive l'abilità di Bruce come qualcosa che "ha fatto di lui una leggenda del suo tempo".

HAYWARD NISHIOKA

Nishioka è il campione del torneo nippo-americano di judo, e anche cintura nera dello stile shotokan di karate. Hayward ha condotto un test scientifico all'Università della California per scoprire la differenza tra un pugno di karate e un pugno di Jeet Kune Do. La conclusione è che il pugno di Jeet Kune Do è davvero molto più potente e distruttivo del classico pugno di karate.


JOE LEWIS

E' assai interessante menzionare qui (anche se sono consapevole che l'ambiente delle arti marziali di Hong Kong non è in stretti rapporti con quello delle arti marziali americane) l'incontro tra Bruce Lee e l'indiscusso peso massimo campione di karate Joe Lewis. A quanto sembra, Joe Lewis nutre un profondo rispetto per la conoscenza e l'abilità di Bruce.
Nel caso non siate al corrente della reputazione che ha Joe Lewis nell'ambiente delle arti marziali in America, egli viene considerato una specie di "cattivo ragazzo" del karate. Molte persone pensano che sia un prepotente. In effetti ha spezzato qualche costola. Quando Bob Wall, uno degli allievi, apparso anche nel film "The way of the dragon", lo incontrò per la prima volta in un allenamento di stile libero, con un calcio Joe Lewis gli spezzo tre costole. Anche se Joe è egoista e arrogante per natura, è bravo in quello che fa. L'inserto annuale del 1968 della rivista "Black Belt" parla della vittoria di Lewis nel torneo nazionale di Karate a Washington:

Lewis era eccezionalmente in forma, evidentemente rinato con una nuova tecnica, che incorporava il jeet kune do, e con l'ambizione di battere ogni avversario e di vincere il suo terzo campionato consecutivo di karate in questa arena. Il suo carattere di solito scontroso era cambiato, o almeno così sembrava in questo torneo, e in genere appariva di buon umore, sostenuto senza dubbio dal suo Sifu Bruce Lee, che è stato molto orgoglioso del risultato ottenuto.
Lewis ha dimostrato nel combattimento un'agilità mai vista prima, e ha battuto l'avversario con un tale livello di qualità che, in confronto a lui, il suo avversario era una pallida ombra. Quando gli è stata assegnata la corona, Lewis ha umilmente ringraziato il suo Sifu, Bruce Lee, dandogli il merito del suo miglioramento. Qualcosa che Lewis non aveva mai fatto prima! Sembrava un nuovo Lewis.

Nel caso vi siate persi le ultime notizie, il Jeet Kune Do - di cui Bruce Lee è il fondatore - è stato scelto e accettato nella Black Belt Hall Of Fame in America. E' la prima volta che una forma recentemente sviluppata di arte marziale viene accettata a livello nazionale.
No, il jeet kune do non ha migliaia o centinaia di anni. E' nato intorno al 1965 grazie ad un uomo molto appassionato e forte di nome Bruce Lee. La sua arte marziale è qualcosa che nessun artista marziale serio può ignorare. E dietro la sua abilità e la sua saggezza c'è un vero uomo, e posso dire con orgoglio che è uno di noi; è il nostro rappresentante dell'arte marziale cinese. Casualmente, il nostro articolo termina proprio qui.

An Objective Evaluation of the Combative Skill of Bruce Lee by Those Who Know What It Is
Registrazione su audiocassetta, 1972 Bruce Lee Archive

Sportale in Tour - Speciale Jeet Kune Do - Puntata 6 - Sparring

In quest'ultimo episodio dello speciale dedicato al JKD, lo dedichiamo allo sparring. Come lo stesso Bruce Lee affermava: "Il modo...