sabato 27 novembre 2010

L'eredità Di Bruce Lee

L’eredità di Bruce Lee

27/11/40 – 27/11/2010

In Memoria di Bruce “The Dragon” Lee



Chi è l’erede di Bruce Lee?

Cosa vuol dire essere erede di Bruce Lee?

Esiste qualcuno in questa generazione in grado di eguagliarlo in tutti i suoi favolosi aspetti che lo hanno contraddistinto da molti artisti marziali?

Molti si pongono queste domande e, viene in mente ancora una volta la domanda per eccellenza: chi è l’erede di Bruce Lee? Ci può essere qualcuno in grado di interpretare ciò che egli insegnava, coltivava e praticava nel corso della sua vita?

In tutta franchezza, io non credo che ci sia stato o ci sarò qualcuno in grado di eguagliarlo, perché egli era un uomo così completo, dalle grandi qualità umane; un artista marziale capace di “centrifugare” l’avversario con l’agilità dei suoi colpi. Egli era un artista della vita, capace di permeare ogni aspetto filosofico dell’esistenza.

Dico questo, non per classificare Bruce Lee come ad un uomo invincibile, essere perfetto, al contrario, ciò che ha sempre reso Bruce un grande artista, secondo il mio parere, era la sua umanità, la sua continua ricerca di se stesso e del proprio potenziale; egli descrive chiaramente questo concetto della sua personalità, tanto è vero che amava definire se stesso come: “human being”.

Dato che molti dei miei articoli precedenti risalenti alla sua memoria riguardavano la mia passione per lui, come l’ho conosciuto e cosa rappresenta per me, stavolta mi sono concentrato sull’aspetto ereditario che ha suscitato il suo carisma nel cuore di milioni di persone sparse per il mondo.

Nel 1967 Bruce Lee identificò la sua personale via delle arti marziali col nome di Jeet Kune Do, che letteralmente significa: “La via per intercettare il pugno”. In realtà Bruce, non ha mai voluto etichettare la sua arte come una forma o uno stile, perché il JKD non ha forme, non ha schemi fissi; il suo fulcro è quello di mettere il combattente in continua lotta con se stesso, al fine di renderlo un uomo più completo. Questo è vero in base a ciò che Bruce Lee stesso affermò in un intervista rilasciata a Pierre Berton nel 1971. Egli disse: “Io non credo nei sistemi, ne nei modelli. Non credo che esista un sistema di lotta giapponese, o cinese o chicchessia. A meno che non ci siano sulla terra esseri con quattro braccia e tre gambe. A meno che non ci siano esseri strutturalmente differenti da noi, non ci può essere un modo differente di combattere. Questo in virtù del fatto che abbiamo due braccia e due gambe e, l’obiettivo consiste nel farli funzionare al massimo”

La filosofia di Bruce consiste nella scoperta e crescita personale di ciascun individuo. Egli credeva che l’uomo fosse più importante dello stile o dei modelli precostituiti. Lo stile, secondo Bruce, limita la personale creatività dell’essere umano, rendendolo schiavo di forme meccaniche e coreografiche.

Durante l’intervista rilasciata nel 1971, Bruce dichiara quanto segue: “Da una parte esiste l’istinto naturale, dall’altra l’autocontrollo. Bisogna imparare ad armonizzarli entrambi. Se da una parte prevalesse l’istinto, saresti un uomo indisciplinato. Se invece prevalesse l’autocontrollo, saresti un uomo meccanico, non più un essere umano”.

Ecco questo è il fulcro del pensiero di Bruce e possiamo anche tradurlo nelle arti marziali. L’arte ci dà la possibilità di esprimere con sincerità tutto il nostro essere. Se prevalesse l’istinto di combattere, diventeremmo solo picchiatori, senza criterio. Se dessimo importanza solo all’aspetto filosofico, diventeremmo degli intellettuali senza praticità. Per essere un vero artista, l’uomo, il praticante, deve armonizzare entrambe le cose e renderle parte di sé; attraverso un lungo e scrupoloso processo di apprendimento e allenamento, si è in grado di esprimere onestamente se stessi nelle arti marziali.

Durante gli anni trascorsi ad apprendere, ad applicare i principi e la filosofia dell’arte del JKD negli stage a Genova con Davide Gardella e con Ted Wong, ho conosciuto in profondità il pensiero e lo spirito di Bruce.

Ho conosciuto non Bruce l’invincibile, l’attore famoso, o la star di Hollywood, ma Bruce l’uomo, l’essere umano, l’artista della vita. Questo è ciò che rende un praticante della sua arte, eredità viva e fiamma incandescente che mai perderà il suo folclore.

Nessun uomo potrà mai eguagliare la sua umanità, perché ognuno di noi è un essere unico e irripetibile, e Bruce era unico ed irripetibile nel suo genere. Fino a quando crederemo in noi stessi e ci identificheremo nel reale spirito delle arti marziali, Bruce Lee non morirà mai e, sarà sempre una fonte inesauribile di ispirazione per tutti coloro che amano e praticano con serietà e perseveranza, le arti marziali.

Luigi Clemente


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