venerdì 20 febbraio 2015

Intervista a Davide Gardella Seconda Parte


Bruce Lee è il fondatore del JKD e Ted Wong è colui che ha più di tutti portato avanti i suoi insegnamenti. Cosa ti ispira di entrambi e, cosa ti hanno dato a livello emozionale, spirituale e fisico? 

R. Come per altri della mia generazione, le performances di Bruce Lee diedero un impulso alla scelta di dedicarmi alle arti marziali. Inizialmente fu per così dire un imprinting, trasformatosi nel tempo in passione. Maturando ho sempre più apprezzato Bruce Lee non come mito, ma come un uomo con una straordinaria dedizione per quello che faceva, non solo per i risultati ottenuti nel forgiare il proprio corpo alla disciplina marziale, obiettivo perseguito da altri grandi maestri, ma soprattutto per il suo spirito di ricercatore. Basta pensare alla ricchissima collezione di libri da lui raccolta. E' significativo che abbia elaborato tanto materiale, giungendo ad una sintesi così innovativa nell'arco di pochi anni. Ho letto le fotocopie di vari libri di Pugilato e Scherma appartenuti a Bruce Lee con le sue sottolineature e note a margine e questa possibilità mi ha dato ulteriore conferma dell'accuratezza dei sue analisi.
L'eredità che Bruce Lee ha lasciato tramite i suoi scritti mi ha influenzato, e continua a farlo, nel mio modo di intendere l'arte marziale. Per  questo e per l'importanza che il JKD ricopre nella mia vita nutro un sentimento di riconoscenza nei confronti del suo ideatore. Poi provo la stima che suscitano le persone che hanno forti passioni e le seguono con perseveranza, determinazione e creatività. Ovviamente la mia conoscenza di Bruce Lee è indiretta, ma ritengo che l'idea su di lui come persona si sia avvicinata parecchio alla realtà grazie alle testimonianze ed i racconti di Ted Wong.
In Ted Wong ho trovato il vero Maestro che mi ha guidato nel lavoro sulla tecnica, ma ha anche fatto maturare in me una più profonda prospettiva nelle motivazioni e nell'insegnamento. Al di là dei miei ricordi e sentimenti personali, penso che tutti coloro che hanno avuto contatto con lui fossero emozionati dal fatto che l'amicizia e la devozione per Bruce Lee trasparisse costantemente. Quando analizzava una tecnica od un movimento spiegava perchè il suo maestro li riteneva efficaci, il modo in cui li aveva sviluppati, come e quando glieli aveva insegnati. Citava nel dettaglio le fonti a cui Bruce Lee aveva attinto e parlava dei campioni a cui si era interessato. Ted dimostrava una vastissima competenza in materia, eppure non l'ho mai sentito ascrivere meriti a sè stesso.
Ted Wong è un esempio da seguire. Le qualità che Bruce Lee considerava imprescindibili per un artista marziale si erano concretizzate in lui. Per esempio Ted era un sostenitore del fatto che con l'avanzare dell'età è necessario allenarsi di più al fine di mantenersi ad uno standard adeguato. Nel corso degli anni ho sempre apprezzato in lui un continuo miglioramento nel controllo e nell'economia dei movimenti. Aveva una rapidità di esecuzione e precisione eccezionali, una grandissima padronanza del footwork e delle manovre evasive. Voglio ricordare a tale proposito il pensiero di Bruce Lee: "Il combattimento è l'arte di sapersi muovere si tratta di trovare il bersaglio, evitando di diventare un bersaglio".
Ho sentito in due diverse occasioni altri due studenti originali di Bruce Lee dichiarare apertamente che se si voleva farsi una chiara idea  di come si muoveva Bruce Lee bisognava guardare Ted Wong. Naturalmente non era sufficiente partecipare ad un suo seminario e poi avere la pretesa di aver capito che Ted Wong "faceva questo...", o "era preparato su questo aspetto...". Nei seminari aperti a persone provenienti dalle più varie esperienze, Ted proponeva per scelta quegli elementi che riteneva essenziali per cogliere le peculiarità del JKD. Alcuni si sono fatti l'opinione che Ted Wong impostasse tutto sul combattimento a lunga distanza, quando effettivamente riteneva le abilità nell'in-fighting determinanti in uno scontro. La sua conoscenza era completa, e conoscenza e capacità di applicare erano per lui le uniche cose di valore nel qualificare un insegnante. Quando qualcuno gli chiedeva quanto occorre allenarsi per diventare bravi nel JKD, rispondeva: "E' importante come ci si allena. Quanto ci si allena non serve se non si hanno le corrette informazioni."
Sifu Ted aveva una profonda saggezza, dava importanza alla sostanza delle cose. L'abuso del nome Jeet Kune Do per promuovere metodi che nulla avevano a che fare con l'arte di Bruce Lee non gli andava proprio giù, tuttavia riteneva non valesse la pena condurre una battaglia contro mediocrità e malafede. Riteneva invece costruttivo ed importante profondere le sue energie nella formazione dei propri studenti. In definitiva era certo che non si può privare un allievo degli insegnamenti ricevuti. Questa è la sostanza, il tesoro prezioso che gli studenti di Ted Wong possiedono. Bruce Lee faceva notare la differenza tra realizzazione di sè stessi e realizzazione dell'immagine di sè stessi. Ci sono alcuni per cui aver partecipato a qualche seminario di Ted Wong ed aver scattato qualche fotografia con lui è bastato per riferirsi a Ted Wong come il proprio maestro. Durante la permanenza ad Orlando per il Summit del 2008, al quale Ted Wong volle fossero presenti tutti i suoi istruttori, questo fatto venne posto alla sua attenzione. Sifu Ted disse: "Non date importanza alla cosa, voi siete miei studenti per davvero."

Cosa ti aspetti per il futuro? E quali sono le tue aspirazioni nel proseguimento degli insegnamenti di Sifu Ted Wong?

R. Mi aspetto, per il JKD in particolare, ed in generale per tutte le arti marziali e sport da combattimento, che i praticanti siano sempre più determinati a ricercare la qualità e la sostanza. Penso che questo si possa concretizzare solo grazie ad una grande attenzione nella selezione dei propri insegnanti ed attraverso la formazione di una profonda cultura in materia.
Le persone seriamente motivate ad accostarsi agli insegnamenti trasmessi da Ted Wong, per esempio, dovrebbero valutare che chiunque affermi di essere stato suo studente privato debba poter produrre, a riprova di siffatte dichiarazioni, fotografie e filmati insieme a lui nell'arco di un numero ragionevolmente lungo di anni ed in molte occasioni diverse. Coloro che desiderano intraprendere lo studio dell'arte di Bruce Lee dovrebbero leggere i suoi scritti, in modo da avere dei parametri di riferimento per orientarsi tra i tanti metodi e sistemi etichettati con il nome JKD.
Per quanto riguarda il secondo aspetto più generale, si constata che molti si allenano in una disciplina senza mostrare alcun interesse sulla sua storia e sui maestri o i campioni che hanno contribuito alla sua evoluzione. Al tempo stesso si limitano ad una conoscenza sommaria dei diversi metodi, che solitamente conduce a valutazioni superficiali sulle altre discipline ed a una deprimente povertà di argomentazioni nelle discussioni.
Potendo valutare senza pregiudizi ogni disciplina nella sua vera essenza, attraverso la trasmissione di un valido ed appassionato insegnante, si scoprirebbe in ciascuna valori peculiari, preziosi e formativi. Tornando nello specifico al JKD appare assurdo che quasi tutti al mondo sappiano chi era Bruce Lee, ma ci siano ancora tanta confusione e interminabili diatribe sulla sua arte. E' comprensibile, e sconfortante, che l'idea più comune tra molti seri esponenti di altre arti marziali e sport da combattimento sembri essere che i primi a non capirci niente siano proprio i praticanti di JKD.
Quelli che vedono Bruce Lee come un mito possono  dividersi tra chi lo idolatra come il combattente più forte mai esistito o all'estremo opposto chi lo considera solo un bluff. Più sensato ed obiettivo sarebbe considerare le opinioni degli artisti marziali, maestri, atleti che lo hanno conosciuto personalmente, tra gli altri Joe Lewis, Mike Stone, Louis Delgado, Gene Le Bell, Wally Jay, Joey Orbillo, Ed Parker, Jhoon Rhee.
Una disposizione razionale e sincera nell'avvicinarsi agli insegnamenti di maestri come Bruce Lee e Ted Wong può rendere giustizia al valore del loro lavoro.
Per quanto riguarda le mie personali aspirazioni nel proseguimento degli insegnamenti del mio maestro devo dire che sono soddisfatto di quello che ho realizzato fino ad ora e sono focalizzato sul presente. Sono parte di un gruppo di persone che stimo come insegnanti e come persone, ma soprattutto sento amiche, alle quali spero di aver trasmesso e, di continuare a farlo, la passione per il JKD ed il senso di responsabilità nella divulgazione dell'eredità che Bruce Lee e Ted Wong ci hanno lasciato.

Considerazioni personali.
Di Luigi Clemente

Davide Gardella nella sua vasta esperienza nel campo dell'insegnamento e della pratica del JKD di Bruce Lee, ha fatto chiarezza su alcuni aspetti storici e pratici del JKD. In modo molto semplice e chiaro, ha parlato della creazione del JKD, così come Bruce Lee l'aveva pensato e sviluppato, inoltre ha messo in evidenza il fatto che, per diventare abili nel JKD, non basta conoscere chi era Bruce Lee o ingurgitare le sue parole. Per migliorare nell'arte di Bruce Lee, possiamo ricordare le parole di Sifu Ted Wong: "Bruce Lee era così bravo, perchè tale si era reso. Praticava tutto il tempo e cercava sempre nuovi modi per rendere la sua pratica ancora più efficiente". Cosa vuol dire questo? Vuol dire che, anche se nel JKD ci sono poche tecniche semplici e dirette, ciò che sta alla base della sua efficacia è il costante allenamento. 
Inoltre Davide ha chiarito anche la distinzione tra il JKD e le MMA. Il JKD non è un mix di arti marziali, ma ha tecniche e principi propri, quelle a cui Bruce Lee fece riferimento da quando diede alla sua arte un nome nuovo. In sostanza, Davide ha messo in evidenza tutti gli aspetti essenziali da sapere sull'arte di Bruce Lee, la sua evoluzione e la sua filosofia. Voglio concludere dicendo che tutti possono conoscere la teoria del JKD e, tutti possono parlare di Bruce Lee come un uomo forzuto, imbattibile e quant'altro, ma avere le corrette informazioni e metterle in pratica sono due cose differenti. Per chiarire meglio, cito ancora una volta Bruce Lee: "Io ti ho dato le tecniche, come eseguirle. Ora è affar tuo". 

sabato 14 febbraio 2015

Intervista a Davide Gardella Parte Prima

Premessa:
Recentemente, mi si è presentata l'opportunità di intervistare Davide Gardella, uno dei massimi esponenti del JKD in Italia, nonchè Rappresentante italiano di Sifu Ted Wong. 
Essendo suo allievo e insegnante nella Puglia, Egli mi ha dato la possibilità di soddisfare alcune curiosità circa il suo incontro con Ted Wong, la sua prima esperienza con il JKD e, mi ha anche aiutato a chiarire molti aspetti sul JKD, in particolare a livello storico e a capire il pensiero di Bruce Lee, attraverso la testimonianza diretta con Ted Wong. 
L'intervista raccoglie tutto ciò che riguarda il JKD in termini storici, tecnici e, ovviamente filosofici.
Sia io che Davide, abbiamo la speranza che, leggendo e studiando affondo questa intervista, si possa fare maggiore chiarezza su tutti gli aspetti del JKD e, possa dare in modo più completo a tutti coloro che vogliono praticare realmente il JKD di Bruce Lee, una spinta verso la ricerca di un insegnante valido e onesto che, sappia dare le corrette informazioni sulle tecniche e i principi che caratterizzano quest'arte straordinaria, rendendendo così onore al fondatore (Bruce Lee) e a colui che ha insegnato con amore e passione a tutti coloro che volevano imparare seriamente: Sifu Ted Wong.

Luigi Clemente

In che periodo della tua vita sei entrato in contatto col JKD e, quali sono state le tue impressioni a riguardo?


R. Sono venuto a sapere dell'esistenza del Jeet Kune Do dopo essermi interessato a Bruce Lee.
Quando ero bambino, poco prima di iniziare a praticare Ju Jutsu, conoscevo di fama Bruce Lee come "il Re del Kung Fu". Comunque il Kung Fu era una disciplina ancora poco diffusa rispetto a Ju Jutsu e Karate. Di fatto se si volevano trovare informazioni riguardo al JKD, l'unica possibilità era attingere direttamente al lavoro di Bruce Lee. 
Non tutto il materiale lasciato da Bruce Lee tratta del JKD, tuttavia, come diceva Ted Wong, i suoi appunti sono la mappa da seguire per farsi un'idea precisa della sua arte.
Mi procurai uno dei primi libri che raccoglieva parte degli scritti di Bruce Lee, un volume diverso dai manuali di Karate o Kung Fu reperibili, fatti di molte foto accompagnate da poche righe di descrizione. Una prima lettura, risultò per me di non facile comprensione, ma bastò a convincermi che l'autore sull'arte del combattimento a mani nude doveva saperne qualcosa. Per inciso questa fu la prima valutazione di Ted Wong quando conobbe Bruce Lee, un maestro tanto giovane quanto innovativo.
Non ho mai smesso di seguire "la mappa" durante il mio cammino di crescita nelle arti marziali, da principiante, ad agonista, ad insegnante. Poi è giunto anche il momento di diventare studente di Ted Wong. "Quando l'allievo è pronto, il Maestro arriva".



Molti hanno definito il JKD come qualcosa che funzionava bene solo per Bruce Lee; alcuni sostengono che il JKD non esiste, che è solo una filosofia o esperienza personale! Qual è per te il fondamento del JKD? Concordi con ciò che dicono molti cosiddetti praticanti, oppure c’è qualcosa di ben più profondo?

R. Affermare che il JKD "funzionava solo per Bruce Lee...", sarebbe come dire che il Pugilato funzionava solo per persone come Sugar Ray Robinson o Ali. Realisticamente non tutti possono essere campioni eccezionali, ma molti possono diventare ottimi pugili. Se si vuole dire che per applicare il JKD occorre essere preparati ed allenarsi molto, faticare e fare sacrifici, questo corrisponde al vero. Come per ogni disciplina sportiva o attività umana, nel JKD il successo è proporzionale all'impegno. Pensare di conseguire un'adeguata padronanza senza dedizione ed anni di lavoro è una mera illusione. Non si possono ottenere risultati paragonabili a quelli di Bruce Lee se non si è disposti a lavorare come lui.
Personalmente ritengo paradossale la presunta "non esistenza" del JKD. Se il JKD non esistesse sarebbe logico astenersi dal promuovere insegnamenti come JKD o fare tanti discorsi sul nulla. Si può valutare che ogni disciplina, non esclusivamente il JKD, è di per sè un'astrazione: concretamente esistono i pugili che fanno pugilato, non il Pugilato, schermidori che fanno scherma, non la Scherma, lottatori che fanno la lotta non la Lotta. Se il JKD fosse un mix di tecniche di altre arti marziali allora si potrebbe dire che non esiste. Dopotutto oggi ci sono le MMA e non si chiamano JKD. Ma il JKD ha tecniche, principi e strategie proprie, quelle che Bruce Lee ha sintetizzato e, non dimentichiamolo, anche insegnato ad altri. Le precedenti, come altre affermazioni dalla parvenza di "filosofate", tipo "il JKD non può essere insegnato...", mi sembrano alibi sfruttatati per legittimare insegnamenti che poco hanno a che fare con l'arte di Bruce Lee, volendo comunque riferirsi a Bruce Lee.
Il JKD è la filosofia di Bruce Lee espressa in arte marziale. Aspetti del suo pensiero possono applicarsi o ritrovarsi in diverse discipline ed anche in altri ambiti dell'esistenza, ma la sua filosofia ed il JKD formano un tutt'uno. Direi che il fondamento del JKD sono i criteri oggettivi di efficienza selezionati da Bruce Lee nel corso della sua ricerca. L'atteggiamento di guardia, la dinamica dei movimenti e delle tecniche, ma anche il controllo della distanza, la scelta di tempo e l'approccio tattico sono costruiti su questi pilastri. A partire da questa base si sviluppano le peculiarità soggettive, ovvero lo stile personale, nel fare uso degli strumenti a disposizione e delle proprie qualità e doti individuali. Facendo un paragone esiste la disciplina del Pugilato con la sua struttura tecnica, ma ogni pugile combatte in modo diverso, sapendosi anche adattare ad avversari e situazioni differenti. Analogamente questo si può dire per la Scherma: "ogni schermidore ha la sua scherma". E lo stesso vale per il JKD. Il cuore della filosofia di Bruce Lee è la semplicità, quindi capire il JKD non può risultare complicato. Il buonsenso che possiamo usare per comprendere in sostanza qualsiasi disciplina lo possiamo usare per il JKD. Bruce Lee ricordava che spesso si cercano la verità e la via là dove non sono, mentre esse si trovano nelle cose semplici di ogni giorno.  Davide Gardella 

Fine Prima Parte


Sportale in Tour - Speciale Jeet Kune Do - Puntata 6 - Sparring

In quest'ultimo episodio dello speciale dedicato al JKD, lo dedichiamo allo sparring. Come lo stesso Bruce Lee affermava: "Il modo...