venerdì 29 febbraio 2008

One Inch Punch


Il pugno a un pollice è una tecnica delle arti marziali cinesi resa famosa da Bruce Lee.
È comunemente ritenuto che la capacità nell’eseguire il pugno a un pollice viene dalla pratica del wing chun, ma in realtà essa è contenuta i diversi stili di arti marziali cinesi del Sud. In generale, le arti marziali cinesi del Sud contano soprattutto sulle tecniche di mano a breve o brevissima distanza (a differenza delle arti marziali cinesi del Nord, che focalizzano il proprio interesse soprattutto sui calci da media e lunga distanza). Siccome gli artisti marziali del Sud combattevano spesso molto vicino ai loro avversari, dovettero imparare un metodo per sferrare pochi colpi, toccando appena il loro avversario.
Per il pugno a un pollice occorre abilità nel
fa jing per generare una tremenda quantità di forza d’impatto ad una distanza estremamente ravvicinata. Quando esegue il suo pugno a un pollice, il praticante è in piedi, con il suo pugno molto vicino al suo obiettivo (la distanza dipende dall’abilità del praticante; può variare da 0 a 15 cm circa). In un unico movimento esplosivo, le gambe si fissano, il giro vita ruota, le costole si espandono e il braccio si stende verso l’obiettivo. È importantissimo che tutto il corpo si muova all’unisono, altrimenti il potere sarà limitato. L’obiettivo in queste dimostrazioni varia, a volte è un praticante che ha un elenco telefonico sul petto, a volte tavole di legno che devono essere rotte.
Il pugno a un pollice fu portato alla conoscenza popolare nel mondo occidentale dall’artista marziale Bruce Lee quando dimostrò la tecnica durante il Campionato internazionale di karate di Long Beach del 1964.
Luigi Clemente

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