Il principio chiave della filosofia di Bruce Lee è la semplicità.
Spiegare il Jeet Kune Do non può che essere semplice. Paragonando il
Jeet Kune Do alla Scherma, trovo a riguardo significative le parole del
maestro della scuola di Scherma che ho frequentato: “La Scherma è una,
ma ognuno ha la sua Scherma”. Il Jeet Kune Do ha una struttura e dei
precisi criteri di efficienza e se si prescinde da questi si sta facendo
un’altra cosa. La tecnica è il come si fa, è il procedimento
migliore per compiere un'azione e raggiungere un obiettivo, essa non
preclude affatto la libera espressione personale, anzi la finalizza e la
adatta allo scopo. Attingendo direttamente alla fonte, ovvero agli
scritti di Bruce Lee, riporto un estratto chiarificatore in tal senso: “
Spesso viene posta la domanda se il JKD sia contro la forma. E’ vero
che non ci sono sequenze prestabilite o kata nel JKD. Tuttavia in ogni
azione fisica c’è sempre una maniera più efficace e viva per raggiungere
lo scopo della prestazione, e questo ha a che fare con l’azione di
leva, l’equilibrio, l’economia e l’efficienza del movimento e
nell’impiego dell’energia, eccetera. Un movimento vivo ed efficiente che
libera è una cosa; sterili sequenze classiche che legano e condizionano
sono un’altra. Inoltre c’è una sottile differenza tra “non avere forma”
ed avere “la non-forma”; la prima è ignoranza, la seconda è
trascendenza.”
Davide Gardella
Luigi Clemente e Davide Gardella 2017 |